Cap 26 - Money, money, money, money!
Neverwinter - 16° midwinter
Il vento
impervia minaccioso, gelido e lamentoso, mentre i nostri eroi escono dal
castello marmoreo di Lord Neveremberain, infreddoliti ma con un vago senso di
importanza addosso. Fuori li accoglie un gelo pungente che sembra volerli
rispedire dentro a colpi di spadate nelle ginocchia, ma nulla può fermare un
gruppo che ha già sconfitto un mindflayer (si, era appena nato, ma comunque
l’hanno sconfitto!), perlustrato una nave infestata da sahuagin, combattuto una
strega e peggio ancora, parlato con burocrati locali.
Dopo una rapida
e confusa discussione, la risposta appare ovvia: una capatina alla cloak tower, la torre della celebre maga Mardred, dato che Myra sente che è giunto il momento di capirci
qualcosa in più sui suoi poteri. Abissali sì, affascinanti certo, ma anche
leggermente ingestibili. Serve chiarezza, controllo, e magari qualche
trucchetto in più per far esplodere le cose con stile.
Il gruppo monta
allora sul loro fedelissimo carretto – che in realtà non avevano, ma Lord
Neverember inizia a non poterne già più di loro e glielo fa trovare, pronto,
fuori dalle mura del castello con un pene disegnato – Vryssal, con la delicatezza artistica di un
toro incazzato, decide di migliorare il logo con un’improvvisata opera
d’arte: lo trasforma in un coniglietto stilizzato impresso nel legno. Il risultato è a dir poco
spettacolare. Nessuno lo dice ad alta voce, ma persino Britz smette di tremare
per un attimo, mentre Synthariel lo fissa con quell’espressione tipica di chi
non sa se ammirare o preoccuparsi.
Le mani del
mezzelfo vibrano sul legno e Myra, nel vederlo così concentrato, avverte un
brivido lungo la schiena. Non è chiaro se sia per il freddo, per il gesto
artistico o per quei muscoli che si tendono mentre lui scolpisce come se stesse
scrivendo una dichiarazione d’amore direttamente sul legno. Qualunque cosa sia,
lo reprime con la grazia di chi è consapevole di avere una predilezione per attrarre
solo disastri.
La compagnia
del coniglietto, ops, del cervelletto si mette in marcia, mentre tutti
si voltano nel vederli passare, ammirando quell’opera d’arte contemporanea che
lascia tutti senza fiato.
Gli eroi,
valorosi e infreddoliti, sanno bene che da tempo Mardred sta cercando di
riportare in vita l’Ordine del Mantello dalle Molte Stelle. Un tempo,
questo ordine era il fiore all’occhiello della conoscenza arcana, fondato da
menti geniali e finito in rovina a causa del cataclisma avvenuto a Neverwinter.
Ora, Mardred ha deciso di ricominciare tutto da capo, con tanta buona volontà,
qualche apprendista malconcio e una torre che fa schifo.
La torre,
infatti, è un monumento all’entropia: travi storte, muri crepati, scale
scricchiolanti, e spifferi ovunque, ma nessuno si ferma. L’epica non ha pietà e
i quattro avanzano coraggiosamente fino alla porta d’ingresso, dove uno
spioncino posto incredibilmente in basso si apre all’improvviso. Un occhio
scrutatore li osserva con attenzione e dopo qualche secondo di silenzio
teatrale, si rivela essere uno degli apprendisti di Mardred, un umano con
un’aria sospetta e un’energica benda sull’occhio.
Perché abbia
usato uno spioncino a livello ginocchia resta un mistero, ma il motivo per cui
porti una benda sull’occhio invece si capisce benissimo.
Non appena
l’apprendista li guida all’interno e li conduce al cospetto della saggia maga
nana Mardred LeMonte, i quattro iniziano quella che può essere descritta solo
come una maratona di chiacchiere, richieste e transazioni senza fine. Un
turbine di parole, consulti arcani e tintinnii di borse di monete che
trasformano in pochi minuti una semplice visita, in una sessione di economia
applicata per la ristrutturazione della torre.
Myra,
elegantissima nel suo nuovo abito draconico, apre subito le danze chiedendo aiuto
su come combinare al meglio le sue magie con il suo look. Perché l’oscuro
potere va sì canalizzato, ma fatto con stile.
Segue
un’escalation rapidissima e disordinata di richieste.
Pozioni
curative? Sì, a manciate.
Resistenza al
fuoco? Certo, non vogliamo che nessuno prenda fuoco.
Il buco nel cubo? Nessun problema, aggiungiamo anche
riparazioni arcane alla lista.Pozioni di
resistenza allo psichico da utilizzare contro mindflayer? Su quello promette risultati
in pochi giorni.
Nel giro di
pochi minuti, centinaia di monete d’oro vengono investite nella rinascita
dell’Ordine del Mantello dalle molte stelle e nella definitiva rinascita del
conto in banca di Mardred, che non aspettava altro. Con un sorriso largo e una
lunga lista della spesa, la maga già pensa a quali travi potrà finalmente
sistemare nella sua torre disastrata, che colore di tappezzeria usare e, magari,
restasse qualcosa, potrà anche comprare un vero spioncino per l’apprendista,
prima che perda pure l’altro occhio.
Non ha però,
purtroppo, alcuna informazione utile da aggiungere alle numerose domande che
gli eroi le pongono: né sui nomi misteriosi incisi sulla mappa, né sui dilemmi
esistenziali che tormentano ognuno di loro. Pare però che il suo interesse si
risvegli quando posa lo sguardo sull’uovo di orsogufo, amorevolmente custodito
nella carrozzina artigianale di Synthariel. Tutti però, ormai, sanno che la
druida piuttosto ucciderebbe un cinghiale piuttosto che lasciare andare il suo
prezioso uovo.
Così, senza
nuove rivelazioni ma con qualche incantesimo ottimizzato, il gruppo si rimette
in marcia. La tappa successiva è la biblioteca cittadina. Vryssal, al solo
sentir nominare la parola “biblioteca”, si chiede quante volte nella sua vita
abbia mai messo piede in un luogo simile. La risposta è breve e poco edificante,
ma tra l’entrare e congelarsi le chiappe sul carretto, la scelta è semplice.
Arrivati alla
Casa della Conoscenza, i nostri eroi si trovano davanti a un edificio tanto
maestoso quanto intimidatorio. L’ingresso è dominato da colonne bianche e da un enorme simbolo inciso nella
pietra: quello sacro di Oghma, il dio della conoscenza e dell’intolleranza
verso i rumorosi.
La struttura,
interamente ricostruita in marmo dopo il cataclisma, trasuda solennità da ogni
fessura. All’interno, l’atmosfera è così silenziosa e sacra che persino chi
tira un colpo di tosse viene guardato in modo maligno. I sacerdoti che si
muovono tra gli scaffali indossano tutti l'emblema di Oghma. Una volta
dentro, ognuno si dedica alla propria missione: Britz si getta a capofitto alla
disperata ricerca di informazioni sulla Black Armada, Myra si aggira
tra tomi oscuri, sperando che almeno uno di quei testi le spieghi cosa diavolo
sia successo al suo destino, Synthariel, con
lo sguardo perso tra scaffali, alterna l’interesse su testi su mindflayer e
trattati su orso-gufi.
E Vryssal?
Beh, Vryssal
decide di onorare la sacralità del luogo tentando di scassinare un oggetto che
lui definisce “mappamondo strano”; in realtà è una preziosa sfera decorativa
che riflette la luce con giochi ottici, ma lui è fermamente convinto che
contenga bottiglie di alcol rare.
Purtroppo per
lui e per il resto del gruppo, viene notato prima ancora che possa usare le sue
lame psioniche. Nel giro di pochi secondi, i quattro vengono convocati nello
studio personale di Aelarthea Coronalis, l* temut* e venerat* Custode del
Tempio della Conoscenza che li accoglie nel suo studio e per valutare le loro
intenzioni, decide di sondare le menti di ciascuno, uno per uno (ad eccezione di Synthariel che si rifiuta). E mentre
scorrono immagini di navi pirata, mappe misteriose, abissi senza fondo, si ferma di colpo su quella di Vryssal.
Una sequenza di
immagini inequivocabilmente porche tra lui e Myra scorre nella mente del
mezzelfo come se stesse proiettando un filmino mentale vietato ai minori.
Aelarthea, non si scompone più di tanto, ma un sopracciglio *l* si solleva con
lentezza chirurgica.
Non è chiaro se
Myra abbia notato il momento d’imbarazzo o se finga abilmente innocenza bambinesca, quel che è certo è che Aelarthea, pur non commentando, annota
mentalmente quel curioso livello di perseveranza da parte del mezzelfo e,
mentre medita sul fatto che anche l’elfa dagli occhi abissali non è esattamente
immune al fascino torbido del Malenti, lascia che quella parola *l* esca
volutamente dalle labbra.
Il fatto che
Aelarthea Coronalis inizi a parlare con tono grave e solenne mette subito tutti
sull’attenti, ma quando la spiegazione parte, si capisce che la lentezza con
cui l* Custode del Tempio della Conoscenza trasmette informazioni potrebbe
tranquillamente essere usata come metodo di tortura in qualche prigione gundarliana.
Una parola ogni
tre respiri. Un inciso ogni due sillabe. Una precisazione superflua ogni volta
che qualcuno osa fare cenno di aver capito.
E così, dopo
quella che sembra una tortura in piena regola, Aelarthea arriva finalmente al punto:
ultimamente, durante le sue lunghe sessioni di meditazione, ha avuto delle
visioni. Queste comprendono oscurità, freddo, grigio, slime gelatinosi,
tentacoli avvinghiati e occhi alieni. Aelarthea pensa che possa trattarsi
dei mindflayer, sì, ma, ma… i tentacoli non sono necessariamente riconducibili
a loro. Potrebbero essere di altre creature. Di grosse piovre, ad esempio.
E qui, Myra,
che fino a quel momento stava tenendo un'espressione neutrale, sbarra gli
occhi. I suoi pensieri vanno in caduta libera verso le profondità oscure che la
tormentano da settimane. Quelli che le sussurrano quando osserva troppo a lungo
il mare. Che sembrano conoscere molto bene i tentacoli e creature aliene.
Un brivido le
attraversa la schiena. Non quello piacevole che le provoca Vryssal quando si
mette a fare lo spaccone col pugnale, ma un brivido vero. Quello che arriva
quando l’abisso ti guarda direttamente.
Aelarthea li
osserva a uno a uno e si prende tutto il tempo del mondo prima di parlare. Dopo
un lungo silenzio, li guida verso il primo piano interrato del tempio. Lì si
trovano alcuni tomi non accessibili alle persone comuni, testi rari e preziosi
che potrebbero contenere risposte alle loro domande più pressanti.
Li mette però
in guardia: i livelli più bassi del tempio sarebbero da evitare. L’inondazione che
aveva colpito la struttura durante il cataclisma ha lasciato dietro di sé
distruzione, pericoli e oscurità. Addentrarsi oltre quel primo livello sarebbe
una scelta sconsiderata. La devastazione non ha solo rovinato gli ambienti, ma
ha lasciato dietro di sé un alone di inquietudine che ancora serpeggia nei
corridoi sommersi.
Nel frattempo,
Aelarthea offre qualche informazione anche a Britz, che ascolta con attenzione
assoluta. Gli racconta della Black Armada, la flotta leggendaria che un tempo
aveva tentato di piegare l'intera Costa della Spada. Era stata potente e
temuta, ma un’alleanza tra generali e forze armate aveva infine posto fine alla
sua minaccia.
I nomi sulla
mappa, ad esclusione di Ramazit, purtroppo, non evocano nulla nemmeno a l** e,
come se non bastasse, tutte le magie di divinazione tentate negli ultimi tempi
si sono dimostrate inefficaci. Ogni tentativo si è infranto nelle visioni
disturbanti di cui ha già parlato; una barriera invisibile sembra impedire alla
conoscenza di penetrare quei misteri, come se qualcosa o qualcuno stesse
attivamente bloccando l’accesso alle verità più profonde e in un luogo dedicato
alla verità e alla conoscenza, il fatto che quest’ultima cominci a venire meno
è forse il segnale più inquietante di tutti.
A questo punto,
si immergono tutti nella consultazione degli indici, Synthariel tenta di
mantenere la calma dopo l'incantesimo andato storto che l’ha portata ad una
visione chiara e distinta di Jhonatan (Atlavas), mentre Vryssal semplicemente
scompare dietro una pila di tomi, appisolandosi con l'aria beata e una colata
di saliva appiccicosa.
La druida,
determinata a non fallire, si accaparra un preziosissimo volume di zoologia
dedicato agli orsogufi, un tomo rilegato in pelle con delicate illustrazioni, che sembra perfino profumare di muschio e erba.
Il sonno di
Vryssal viene brutalmente interrotto – nessuno si preoccupa di svegliarlo con
delicatezza – e i quattro scendono all’Upper Vault, la sezione più protetta
della biblioteca.
Qui,
finalmente, Britz e Myra trovano quello che cercavano. Il ranger riesce a
mettere le mani su un volume ricco di testimonianze e leggende riguardanti la
Black Armada. Myra, invece, trova un libro che vibra all’unis(s)ono con la
parte più profonda e inquietante di lei. La rilegatura è gelida al tocco, le
pagine sembrano scritte in un linguaggio che si muove appena distoglie lo
sguardo, ma c’è un problema: il libro non
può lasciare la sezione in quanto fa parte di una collezione privata. Myra prova ad aprirlo, ma le parole sul foglio
risultano incomprensibili, come se fossero state buttate giù sotto una sorta di
codice e come ormai hanno ben capito, l’incantesimo per comprendere le lingue non
può essere lanciato.
A quel punto,
non resta che una strada: le scalinate buie che portano ai sotterranei. Le
visioni di tentacoli, ombre, gelatine e acqua stagnante sembrano aspettarli lì
sotto, come un sussurro nella mente che li invita a scendere.
Ed è esattamente
ciò che fanno.
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